A fine novembre, Alfredo, Anna Maria, Ester e Marco hanno effettuato un viaggio esplorativo a Bobo Dioulasso, nel Centro Notre Dame de l’Esperance che raccoglie una settantina di malati psichiatrici, che in gran parte vivevano per strada, con l’intento di dare loro cure psichiatriche, ma anche supporto psicosociale in vista di un possibile reinserimento nelle famiglie di origine o in una comunità agricola che è stata aperta in un villaggio poco distante da Bobo (Doufiguisso). Il centro è gestito dall’Abbé Emmanuel Nabaloum, da uno psichiatra, da alcuni medici volontari e da altri volontari che organizzano le diverse attività di movimento, tessitura, batik, arte, danza…. In Burkina, sia a Ouagadougou, la capitale, che a Bobodioulasso, hanno incontrato inoltre le équipes psicosociali del progetto AMIRA della Croce Rossa, che si occupano del supporto sanitario, psicologico e sociale dei migranti di ritorno perché espulsi dall’Europa o di quelli che viaggiano fra diversi paesi dell’Africa, dove ci sono guerre interne o situazioni di vita estremamente difficili che fanno sì che le persone si spostino fra i vari paesi cercando lavoro e condizioni di vita migliori. L’incontro con questi ed altri psicologi è stato molto interessante e formativo, in quanto ci ha permesso di comprendere in modo un po’ meno superficiale alcune tematiche psicologiche che incontriamo quotidianamente nel lavoro di supporto psicologico con i migranti o nei gruppi di ascolto (la salute e la malattia, la malattia mentale, la relazione tra il mondo visibile e il non visibile, il rapporto fra l’individuo e il gruppo), ma ci ha anche presentato il mondo africano come un mondo che sta rapidamente cambiando, socialmente e culturalmente, in modo estremamente complesso e con aspetti di cui dobbiamo iniziare a tenere conto. Per quanto riguarda il lavoro nel Centro, ci è stato chiesto di accompagnare l’équipe dei curanti, che non ha psicologi presenti, a comprendere meglio gli aspetti psicologici della malattia mentale e della cura offrendo un supporto anche emotivo che li aiuti nella quotidiana relazione con gli ospiti del centro. Ci è stato anche chiesto un aiuto per pensare alle modalità di reinserimento nelle famiglie e un eventuale supporto psicologico per qualche ospite in via di guarigione, anche con lavori di gruppo. Nel mese di maggio 2020, durante la pandemia di Covid 19 (che ha interessato anche il Burkina Faso, sia pure in forme meno gravi che in Europa), sono stati ripresi i contatti con gli psicologi burkinabé, per un confronto sulle rispettive esperienze e un approfondimento del tema della psicologia in contesto africano. |