2015-2016: Le origini del Progetto in Chiapas
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Dal 2009, anno della sua fondazione, l’associazione Psicologi nel Mondo -Torino (PMT) si occupa di cooperazione internazionale, oltre alla promozione della salute mentale nel contesto torinese.
Due sono i progetti di cooperazione sviluppati in questi anni: il più longevo è quello in El Salvador, più specificatamente nella comunità di Santa Marta; il secondo è iniziato nel 2015 ad Altamirano, Chiapas.
Negli anni, si sono succeduti diversi cooperanti che grazie alle loro competenze e alla voglia di mettersi in gioco hanno permesso e sostenuto questi progetti.
Credo che tutti loro concordino nell’ammettere che questa esperienza ha avuto un forte impatto nella loro vita, magari a diversi livelli ma comunque li ha, per certi versi, cambiati.
Spesso i volontari, al loro rientro, si sono sentiti rivolgere domande rispetto alla descrizione concreta delle attività svolte ma soprattutto sui propri vissuti e sulla scelta di intraprendere un’esperienza come questa. Queste curiosità accomunano colleghi o specialisti ma anche familiari ed amici.
Due sono i progetti di cooperazione sviluppati in questi anni: il più longevo è quello in El Salvador, più specificatamente nella comunità di Santa Marta; il secondo è iniziato nel 2015 ad Altamirano, Chiapas.
Negli anni, si sono succeduti diversi cooperanti che grazie alle loro competenze e alla voglia di mettersi in gioco hanno permesso e sostenuto questi progetti.
Credo che tutti loro concordino nell’ammettere che questa esperienza ha avuto un forte impatto nella loro vita, magari a diversi livelli ma comunque li ha, per certi versi, cambiati.
Spesso i volontari, al loro rientro, si sono sentiti rivolgere domande rispetto alla descrizione concreta delle attività svolte ma soprattutto sui propri vissuti e sulla scelta di intraprendere un’esperienza come questa. Queste curiosità accomunano colleghi o specialisti ma anche familiari ed amici.
Non è facile rispondere a queste domande: si tratta di un’esperienza intensa, estremamente complessa e semplice allo stesso tempo, è difficilmente sintetizzabile in qualche pagina scritta.
Si cercherà comunque di rispondere ad alcuni di questi quesiti e di stimolare maggiormente la curiosità attraverso la narrazione del progetto di psicologia di comunità ad Altamirano. Prima di procedere, è necessario esplicitare alcuni punti chiave dell’associazione PMT e della sua visione sulla cooperazione internazionale. Brevemente si evidenzia come l’associazione PMT ha l’obiettivo di promuovere la salute mentale a favorire il benessere psicologico nelle realtà in cui opera. La salute mentale è intesa come benessere fisico, psichico e sociale, un aspetto che non riguarda esclusivamente il singolo individuo ma coinvolge le reti sociali in cui ogni persona è inserita; è una qualità emergente dalle relazioni tra gli individui e il contesto in cui questi vivono. Per ciò la dimensione collettiva assume un ruolo rilevante nei progetti di cooperazione dell’associazione. Coinvolgere la comunità con i suoi gruppi è necessario per favorire la partecipazione attiva dei membri alla promozione della propria salute mentale. |
Per quanto riguarda la scelta di recarsi in una comunità piuttosto che in un’altra non dipende dai volontari, l’associazione PMT si attiva quando una comunità o parte di essa chiede l’intervento per una specifica situazione e/o difficoltà che sta vivendo oppure per rispondere ad un bisogno manifestato. Insieme ai membri della comunità coinvolta si redige un progetto, si definiscono obiettivi, tempi e modalità. Tutto si costruisce con la comunità; il ruolo dei volontari è quello di catalizzare le risorse presenti, siano esse materiali o umane, e favorire il loro utilizzo. In ogni comunità, gruppo ed individuo sono sempre presenti delle risorse.
Quindi, attraverso l’attivazione dei membri, la comunità stessa si rafforza ed è in grado di trovare soluzioni adatte al proprio contesto, ciò è necessario per promuovere il benessere. L’introduzione di soluzioni esterne o importate dall’occidente porterebbe ad azioni inefficaci e poco adattive. A tal proposito, è necessario aggiungere che i cooperanti italiani non sono del luogo e non restano per sempre, per cui un intervento è duraturo e proficuo se viene formulato e generato dall’interno.
Infine l’essere invitati presuppone un atteggiamento di reciproco rispetto nei confronti delle proprie diversità culturali, così lo scambio che si crea non è unidirezionale ma un continuo dialogo sulle rispettive esperienze, metodi, soluzioni e perché no, difficoltà ed incertezze.
L’associazione si avvale della collaborazione con i gruppi e le organizzazioni presenti nel contesto in cui si reca poiché creare una buona rete che sostenga il benessere psicologico è l’obiettivo ultimo di ogni intervento. In particolare, un sodalizio importante è quello instauratosi con l’organizzazione statunitense Doctor of Global Health (DGH) la quale per prima ha coinvolto l’associazione Psicologi nel Mondo - Torino all’interno dei propri progetti.
All’interno di questa cornice è avvenuto l’incontro tra il gruppo PMT e la comunità di Altamirano; era il 2014 e durante il convegno organizzato da DGH in Chiapas, a cui l’associazione partecipa, la direttrice dell’Ospedale San Carlos di Altamirano chiede agli italiani di svolgere delle giornate formative con il proprio staff sul tema della depressione e del tentato suicidio. In quel periodo nella comunità si erano verificati molti di questi casi, uno in particolare aveva destabilizzato il team ospedaliero poiché lo coinvolgeva personalmente.
Il San Carlos è un ospedale privato, finanziato dall’estero e sostenuto dal lavoro volontario di medici provenienti da altre zone del Messico, dagli Stati Uniti e dall’Europa. La caratteristica che lo contraddistingue e differenzia dagli altri ospedali presenti in Chiapas è la presenza di un team di infermieri preparato ad accogliere gli indigeni, in grado quindi di parlare le lingue locali e con una buona conoscenza della cultura e delle credenze del territorio.
L’associazione accetta volentieri di svolgere questo momento formativo e visto l’esito positivo, la direttrice insieme al parroco cattolico della città invitano il gruppo PMT a tornare per sostenere l’intera comunità nella gestione della depressione e di altri problematiche connesse alla salute mentale quali suicidio giovanile, alcolismo, violenza intrafamiliare.
E così nell’estate del 2015 e successivamente nell'estate 2016, il gruppo Psicologi nel Mondo - Torino incontra la popolazione della cabecera (capoluogo) di Altamirano.
È necessario ora, dare alcune informazioni circa la situazione sociale, culturale ed economica del Chiapas per permettere di comprendere il contesto in cui i volontari si sono ritrovati.
Quindi, attraverso l’attivazione dei membri, la comunità stessa si rafforza ed è in grado di trovare soluzioni adatte al proprio contesto, ciò è necessario per promuovere il benessere. L’introduzione di soluzioni esterne o importate dall’occidente porterebbe ad azioni inefficaci e poco adattive. A tal proposito, è necessario aggiungere che i cooperanti italiani non sono del luogo e non restano per sempre, per cui un intervento è duraturo e proficuo se viene formulato e generato dall’interno.
Infine l’essere invitati presuppone un atteggiamento di reciproco rispetto nei confronti delle proprie diversità culturali, così lo scambio che si crea non è unidirezionale ma un continuo dialogo sulle rispettive esperienze, metodi, soluzioni e perché no, difficoltà ed incertezze.
L’associazione si avvale della collaborazione con i gruppi e le organizzazioni presenti nel contesto in cui si reca poiché creare una buona rete che sostenga il benessere psicologico è l’obiettivo ultimo di ogni intervento. In particolare, un sodalizio importante è quello instauratosi con l’organizzazione statunitense Doctor of Global Health (DGH) la quale per prima ha coinvolto l’associazione Psicologi nel Mondo - Torino all’interno dei propri progetti.
All’interno di questa cornice è avvenuto l’incontro tra il gruppo PMT e la comunità di Altamirano; era il 2014 e durante il convegno organizzato da DGH in Chiapas, a cui l’associazione partecipa, la direttrice dell’Ospedale San Carlos di Altamirano chiede agli italiani di svolgere delle giornate formative con il proprio staff sul tema della depressione e del tentato suicidio. In quel periodo nella comunità si erano verificati molti di questi casi, uno in particolare aveva destabilizzato il team ospedaliero poiché lo coinvolgeva personalmente.
Il San Carlos è un ospedale privato, finanziato dall’estero e sostenuto dal lavoro volontario di medici provenienti da altre zone del Messico, dagli Stati Uniti e dall’Europa. La caratteristica che lo contraddistingue e differenzia dagli altri ospedali presenti in Chiapas è la presenza di un team di infermieri preparato ad accogliere gli indigeni, in grado quindi di parlare le lingue locali e con una buona conoscenza della cultura e delle credenze del territorio.
L’associazione accetta volentieri di svolgere questo momento formativo e visto l’esito positivo, la direttrice insieme al parroco cattolico della città invitano il gruppo PMT a tornare per sostenere l’intera comunità nella gestione della depressione e di altri problematiche connesse alla salute mentale quali suicidio giovanile, alcolismo, violenza intrafamiliare.
E così nell’estate del 2015 e successivamente nell'estate 2016, il gruppo Psicologi nel Mondo - Torino incontra la popolazione della cabecera (capoluogo) di Altamirano.
È necessario ora, dare alcune informazioni circa la situazione sociale, culturale ed economica del Chiapas per permettere di comprendere il contesto in cui i volontari si sono ritrovati.
Chiapas
Il Chiapas è uno dei trentadue stati federali del Messico, è tra i più poveri nonostante sia estremamente ricco di risorse naturali. La sua popolazione è composta principalmente da gruppi etnici discendenti dai Maya. Quindi insieme ai mestizos, vivono indigeni Tseltal, Tojolabal, Chol, Tsotsil i quali mantengono i loro idiomi autoctoni, indossano i costumi tradizionali e conservano le loro celebrazioni religiose. O meglio, la religione cattolica è stata integrata con culti antichi, il simbolismo cristiano si è unito a quello maya. La medicina tradizionale è estremamente diffusa e gli indigeni preferiscono rivolgersi ad un guaritore tradizionale piuttosto che ad un medico occidentale.
La popolazione vive in condizioni precarie: non tutti accedono all’acqua potabile in egual misura, sono presenti malattie connesse alla povertà, alla denutrizione e alla scarsa igiene. L’analfabetismo e la disoccupazione sono fortemente diffusi insieme alla discriminazione da parte dei mestizos nei confronti delle popolazioni indigene e dei loro usi e costumi. L’economia è prevalentemente agricola, basata sulla coltivazione di mais, fagioli, banane, cacao e caffè. In alcune città del Chiapas è presente il turismo, per cui è possibile incontrare l’artigianato locale. La storia del Chiapas narra di un popolo in costante lotta per la difesa di tre principi: terra, cultura e dignità. Battaglia che continua ancora oggi e che nel 1994 ha portato ad una insurrezione guidata dall’Esercito di Liberazione Nazionalista (EZNL) e alla nascita di comunità con funzionamento autonomo. In sintesi, il Chiapas appare come una terra ricca di contraddizioni sociali, capace però di far convivere tradizione e modernità in un affascinante ed articolato groviglio che non sempre si riesce a comprendere ma che ha un proprio senso. |