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progetto:
Psicologia Comunitaria - Altamirano



IL CONTESTO

Il Municipio di Altamirano è ubicato nella zona di “Altos de Chiapas y Montañas de Oriente” nella parte centrale dello stato del Chiapas, in prossimità dei margini occidentali  della Selva Lacandona. In base ai dati forniti dallo Stato del Chiapas, esso contava nel 2010 29.865 abitanti, su di un territorio alquanto vasto, di 1.120 Kmq. Il capoluogo urbano, suddiviso in 8 barrios, è situato a 1254 metri di altitudine. La sua popolazione attuale è di circa 12.000 abitanti, mentre quella rurale è suddivisa in 137 comunità di cui numerose sono organizzate nel movimento zapatista.
Altamirano ha una maggioranza di popolazione indigena di diversi gruppi etnici: Tseltal (il 29,8% della popolazione totale);Tojolabal (23,8%); Tsotsil (0,6%).
L’economia è in larga prevalenza agricola: circa il 66% della popolazione occupata è addetta ad un’agricoltura di autoconsumo, basata soprattutto sulla produzione del mais, cui va aggiunta una quota modesta di allevamento del bestiame. La base economica del capoluogo appare piuttosto fragile, basata sul piccolo commercio e su un modesto artigianato. Una parte della popolazione si avvale di reddito derivante da progetti statali, di stampo fortemente assistenziale e clientelare. Proliferano anche attività illegali, come lo spaccio di alcol e la prostituzione. Una disposizione ha proibito la vendita e l’uso degli alcolici e ha disposto la chiusura delle cantine. Ne è derivato una riduzione perlomeno apparente del fenomeno dell’alcolismo e una probabile spostamento degli spazi del traffico illegale. È peraltro evidente che la disposizione non contribuisce alla risoluzione dei problemi alla base dell’alcolismo, fenomeno diffuso. 
La parte più svantaggiata della popolazione è quella rurale: quella che fa parte del movimento zapatista ha forme autonome di servizi scolastici e sanitari, ma è del tutto esclusa dai servizi pubblici. Tutta la popolazione rurale vive in condizioni di isolamento ed incontra difficolta legate non solo alla povertà, ma anche alla presenza di forme di discriminazione e  pregiudizio. Tuttavia, anche parte della popolazione urbana è in condizioni svantaggiate ed appaiono rilevanti fenomeni quali l’alcolismo, il suicidio dei giovani, la depressione, la violenza intrafamiliare e l’emarginazione delle figure più deboli come anziani, minori e disabili.
La popolazione riporta vissuti di estrema sofferenza dovute non solo alle precarie condizioni di vita ma anche alle difficili relazioni vissute con la famiglia e con il contesto sociale caratterizzato da disuguaglianza. Le categorie più afflitte sono i giovani e le donne. 

​METODOLOGIA DI LAVORO


La metodologia di lavoro si basa principalmente su attività di gruppo, secondo modalità che debbono essere volta per volta modellate in base al tema e alle caratteristiche culturali delle persone coinvolte. Ad attività basate sulla discussione in piccoli gruppi si affiancano momenti di lavoro corporeo, “dinamicas” volte a favorire la relazionalità, forme di lavoro artistico ed espressivo, drammatizzazioni (“sociodramas”) che consentono la messa in scena di situazioni emblematiche, promuovendo la riflessione ma anche un coinvolgimento emotivo sempre appoggiato al supporto del gruppo, oltre che a quello degli psicologi. 
Gli aspetti relativi alla dimensione culturale si avvalgono anche delle competenze di antropologi esperti dell’area, che contribuiscono alla formazione preventiva del gruppo che andrà ad operare ad Altamirano mantenendo un contatto a distanza durante lo svolgimento delle attività.
La metodologia di lavoro prevede anche di utilizzare, come strumento di monitoraggio e di valutazione, la raccolta di dati quantitativi sull’andamento del progetto e lo svolgimento di interviste a testimoni qualificati, per individuare punti di forza e debolezze dell’attività svolta.

2022-2023

 Il progetto “ Psicologia Comunitaria Altamirano” continua dal 2017 soprattutto sottolineando come il perdurare della pandemia abbia provocato la chiusura delle principali vie di comunicazione, aumentando i conflitti tra gruppi rivali e casi di violenza agita che generano angoscia e insicurezza in una notevole percentuale della popolazione, in particolare nelle famiglie meno incluse nella vita comunitaria.
​La presenza di due psicologhe del luogo ha favorito finora un supporto d’emergenza evidenziando una necessità di incrementare iniziative di carattere psicosociale rivolte alla promozione del benessere e indirizzate a quelle persone che operano in ambito sociale, sanitario e psicologico (psicologi, medici, infermieri e promotori salute).
Le linee di lavoro sono:
  • Formare le persone che quotidianamente devono gestire stati di ansia, insicurezza e angoscia delle persone con cui entrano a contatto e le proprie come i medici, gli infermieri e i promotori di salute.
  • Realizzare attività specifiche per alcune categorie fragili individuate dalle psicologhe quali gruppi di donne, gruppi di persone con fragilità specifiche e individui che possano trovarsi in situazioni di disagio e che necessitino di accompagnamento psicologico.
  • Supportare individui in situazione di fragilità individuati dall’ospedale e dalla parrocchia come fragili
  • Continuare con lo sportello aperto una volta alla settimana
Si è inoltre stabilito un programma che al momento prevede momenti di supervisione e incontri a distanza, in attesa di una prossima missione.

2020

Il progetto Psicologia comunitaria-Altamirano, che aveva ottenuto un finanziamento dalla Chiesa Valdese nel 2017 e nel 2018, si è concluso nell’agosto 2020. Sino a gennaio esso è proseguito con l’attività delle collaboratrici locali concordata nel corso della missione del luglio-agosto 2019.
Dopo l’inizio della pandemia è stata necessaria una generale riconversione del progetto, che è tuttavia proseguito, svolgendo le seguenti attività, supportate a distanza da 2 volontarie dell’associazione:
  • Comunicazione (anche in lingua tzeltal) sulle misure necessarie per il contenimento dei contagi;
  • Istituzione di una linea diretta di supporto alla popolazione;
  • Proseguimento a distanza del lavoro di gruppo;
  • Approfondimento dei temi della salute mentale, con riferimento ai caratteri culturali della popolazione e alla concezione tradizionale della cura;
  • ​Lavoro di rete con altri operatori impegnati nel contrasto della pandemia.

2018-2019 
​

OBIETTIVO: L’intervento è teso a promuovere il benessere psico-sociale della popolazione di Altamirano, municipio dello stato messicano del Chiapas, e a potenziare le risorse presenti nel territorio in un’ottica di salute mentale intesa come uno stato di benessere in cui l’individuo realizza le proprie capacità, riesce a far fronte alle normali tensioni della vita, sa lavorare in modo produttivo e fruttuoso, ed è in grado di dare un contributo alla comunità in cui vive (OMS, 2007).
Il suddetto obiettivo presuppone il coinvolgimento della popolazione locale, caratterizzato dalla forte presenza di popolazione indigena (prevalentemente Tseltal, ma con forte minoranza Tojolabal).
​Gli obiettivi specifici, distinti in base alla popolazione a cui sono destinati, possono essere così articolati:
​​

Popolazione del centro urbano di Altamirano:
  • Sensibilizzare la popolazione sui temi della salute mentale, focalizzandosi sui bisogni da loro espressi quali problematiche connesse alla depressione, al suicidio giovanile, all’ alcolismo, alla violenza intrafamiliare.
  • Promuovere il senso della partecipazione, cooperazione e attivazione di membri della comunità che promuovano progetti per la realizzazione, nei vari quartieri (barrios) del centro urbano, di luoghi di aggregazione sociale e di inclusione con particolare attenzione alle figure maggiormente a rischio psico-sociale. Tali progetti, oggi in fase embrionale, potrebbero assumere un valore preventivo e di contrasto di comportamenti a rischio e di disagio sociale. Al tempo stesso, stimolare la partecipazione dei cittadini può favorire la motivazione e l’interesse al miglioramento delle condizioni di vita della comunità.
  • Valorizzare le identità culturali della popolazione indigena allo scopo di sormontare il pregiudizio e per permettere la riscoperta del valore dei vissuti e delle storie dei singoli al fine di incentivare l’integrazione, favorire lo sviluppo di processi di socializzazione e di consapevolezza di sé e della propria comunità.
Popolazione delle comunità rurali del Municipio:
  • Sensibilizzare la popolazione su tematiche inerenti la salute mentale coinvolgendo in primo luogo i promotores de salud e i leader locali con l’obiettivo di accrescere le loro competenze e potenziare le loro risorse personali.
  • Valorizzare la cultura originaria e il patrimonio linguistico e simbolico di derivazione maya per lo sviluppo di stili di vita e forme di organizzazione sociale adeguate al mondo contemporaneo, ma consapevoli delle specificità della identità indigena.

Attività previste
Le attività che si intendono sviluppare, in prosecuzione di quelle realizzate nella prima annualità, possono essere articolate come segue.

1.  Attività di sensibilizzazione e formazione della popolazione del capoluogo sui temi della salute mentale e della promozione del benessere psico-sociale attraverso laboratori di gruppo rivolti ai gruppi parrocchiali del capoluogo, per dare continuità con l’attività formativa avviata negli anni passati. I gruppi destinatari sono quello dei giovani, dei catechisti, promotori della cultura tseltal, i cori parrocchiali. Le attività saranno costruite ad hoc per ogni gruppo coinvolto. L’attività di sensibilizzazione, nell’anno 2015 è stata estesa a piccoli gruppi attivi in ciascun barrio del centro urbano. I temi riguarderanno la depressione, l’alcolismo, le relazioni familiari e di genere, il rischio suicidario, l’istruzione, la maternità e la cura dell’infanzia, i rapporti tra popolazione indigena e mestizos, la valorizzazione delle culture tradizionali, la prevenzione dell’illegalità e della prostituzione.
L’attività formativa non ha unicamente lo scopo di diffondere conoscenze e competenze – a partire da quelle già presenti nella popolazione – ma anche di individuare un complesso di persone più fortemente motivate ad operare come “antenne”, capaci di comprendere le esigenze psico-sociali degli abitanti e di fornire un supporto non specialistico, rafforzando le reti sociali nei confronti dei soggetti più deboli.

2. Sviluppo di micro-progetti nei barrios del capoluogo. Sinora la popolazione urbana è poco impegnata in attività collettive e i luoghi di aggregazione sociale sono scarsi, mentre lo stile di vita è caratterizzato da un diffuso individualismo. L’attività religiosa (ruotante attorno alla parrocchia cattolica di recente costituzione, al lavoro dei diaconi e ad alcune chiese evangeliche) si configura come uno dei pochi stimoli all’aggregazione e dà vita ad attività culturali, in parte ispirate a una valorizzazione dell’identità indigena (gruppi liturgici, cori e gruppi musicali ecc.). Esiste tuttavia una disponibilità da parte di alcuni ad occuparsi più attivamente dei beni comuni ed a promuovere la solidarietà, specialmente a livello di quartiere. L’intervento di un gruppo italiano (in collaborazione con operatori locali) può fungere da catalizzatore di queste potenzialità aiutando a costruire progetti di varia natura, su temi quali la diffusione di attività artigianali, il riciclaggio di materiali di scarto, l’animazione culturale del barrio, le attività educative e di gioco rivolte ai bambini, il miglioramento delle abitudini alimentari, la riscoperta delle tradizioni maya, lo sport, la cura degli spazi pubblici. La moltiplicazione di micro-progetti di questo tipo può realizzarsi a costi assai limitati, con uno stimolo ad iniziative di autofinanziamento, ed avrebbe l’effetto di rafforzare i legami comunitari, di far emergere figure di leader informali, di includere nelle attività soggetti oggi emarginati, con finalità di aumento della resilienza collettiva e di prevenzione del disagio.

3. Interventi di psicologia comunitaria nelle comunità rurali. Iniziative come quelle ora illustrate possono essere attuate anche nelle comunità rurali, tenendo tuttavia conto delle loro specificità e delle differenze tra quelle zapatiste e le restanti. Nelle prime, infatti, è necessaria una collaborazione con le istituzioni autonome ed occorre fare leva sulle figure già esistenti, come i promotores de salud. Tali figure, infatti, sono tra quelle che mantengono un più forte contatto con una popolazione povera spesso sparsa su un ampio territorio. I promotores spesso hanno scarsa preparazione in campo medico - e soprattutto sui temi della salute mentale - ma sono interpreti efficaci delle esigenze della popolazione e delle loro forme culturali di espressione. Le comunità non zapatiste sono anch’esse contrassegnate da una scarsa accessibilità ai servizi e da un forte isolamento e da una più debole capacità auto-organizzativa. In esse l’intervento esterno, oltre ad avere uno scopo formativo, deve cercare di favorire forme di aggregazione e di auto-rappresentazione della propria identità ed esigenze.

4. Progetti di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale indigeno in collaborazione con i leader della comunità tseltal. ​

5. Potenziamento del lavoro di rete, intensificando la collaborazione già iniziata nel 2014 e 2015 con la psicologa e lo psichiatra operante all’interno dell’ospedale San Carlos. Ad oggi  la comunicazione con il Servizio dell’ospedale ha permesso sia l’invio di casi più gravi da seguire presso l’ospedale sia la segnalazione a Psicologi nel Mondo di situazioni da seguire sul territorio a livello preventivo e di sostegno.

6. Collaborazione con la Facoltà di Psicologia dell’Università di Tuxla. I contatti stabiliti durante la missione del 2016 e proseguiti con la prima annualità del progetto permettono di pensare ad uno scambio costruttivo ed utile per Altamirano, sia con la futura presenza di tirocinanti e psicologi che possano lavorare secondo le linee del Progetto qui presentato, sia con la programmazione di momenti seminariali e formativi con psicologi messicani.

DURATA: 12 mesi
​

2017  

IL PROGETTO è stato presentato nel 2016, ha ottenuto il finanziamento dell’OPM Valdese nel 2017 ed è stato realizzato nel 2018. 
​

“Psicologia Comunitaria - Altamirano” è un progetto di sviluppo delle potenzialità locali avviato da “Psicologi nel Mondo – Torino” dapprima attraverso interventi puntuali di formazione e poi, nelle estati 2014 e 2015 con un lavoro più organico nei barrios del centro urbano, appoggiato in particolare ai gruppi della chiesa cattolica locale.

L’intervento è teso a promuovere il benessere psico-sociale della popolazione di Altamirano, municipio dello stato messicano del Chiapas, e a potenziare le risorse presenti nel territorio in un’ottica di salute mentale intesa come uno stato di benessere in cui l’individuo realizza le proprie capacità, riesce a far fronte alle normali tensioni della vita, sa lavorare in modo produttivo e fruttuoso, ed è in grado di dare un contributo alla comunità in cui vive (OMS, 2007). Il suddetto obiettivo presuppone il coinvolgimento della popolazione locale, caratterizzato dalla forte presenza di popolazione indigena (prevalentemente Tseltal, ma con forte minoranza Tojolabal). Gli obiettivi specifici, distinti in base alla popolazione a cui sono destinati, possono essere così articolati:

Popolazione del centro urbano di Altamirano:
  1. Sensibilizzare la popolazione sui temi della salute mentale, focalizzandosi sui bisogni da loro espressi quali problematiche connesse alla depressione, al suicidio giovanile, all’ alcolismo, alla violenza intrafamiliare.
  2. Promuovere il senso della partecipazione, cooperazione e attivazione di membri della comunità che promuovano progetti per la realizzazione, nei vari quartieri (barrios) del centro urbano, di luoghi di aggregazione sociale e di inclusione con particolare attenzione alle figure maggiormente a rischio psico-sociale. Tali progetti, oggi in fase embrionale, potrebbero assumere un valore preventivo e di contrasto di comportamenti a rischio e di disagio sociale. Al tempo stesso, stimolare la partecipazione dei cittadini può favorire la motivazione e l’interesse al miglioramento delle condizioni di vita della comunità
  3. Valorizzare le identità culturali della popolazione indigena allo scopo di sormontare il pregiudizio e per permettere la riscoperta del valore dei vissuti e delle storie dei singoli al fine di incentivare l’integrazione, favorire lo sviluppo di processi di socializzazione e di consapevolezza di sé e della propria comunità.

Popolazione delle comunità rurali del Municipio:
  1. Sensibilizzare la popolazione su tematiche inerenti la salute mentale coinvolgendo in primo luogo i promotores de salud e i leader locali con l’obiettivo di accrescere le loro competenze e potenziare le loro risorse personali.
  2. Valorizzare la cultura originaria e il patrimonio linguistico e simbolico di derivazione maya per lo sviluppo di stili di vita e forme di organizzazione sociale adeguate al mondo contemporaneo, ma consapevoli delle specificità della identità indigena.

Attività previste

Attività di sensibilizzazione e formazione della popolazione del capoluogo sui temi della salute mentale e della promozione del benessere psico-sociale attraverso laboratori di gruppo rivolti ai gruppi parrocchiali del capoluogo, per dare continuità con l’attività formativa avviata negli anni passati. I gruppi destinatari sono quello dei giovani, dei catechisti, promotori della cultura tseltal, i cori parrocchiali. Le attività saranno costruite ad hoc per ogni gruppo coinvolto. L’attività di sensibilizzazione, nell’anno 2015 è stata estesa a piccoli gruppi attivi in ciascun barrio del centro urbano. Mediante il progetto qui illustrato ci si propone di ampliare l’attività formativa ad una più vasta gamma di operatori, quali gli insegnanti, i promotores de salud attivi in alcuni progetti statali,  gli organizzatori di attività sportive. I temi riguarderanno la depressione, l’alcolismo, le relazioni familiari e di genere, il rischio suicidario, l’istruzione, la maternità e la cura dell’infanzia, i rapporti tra popolazione indigena e mestizos, la valorizzazione delle culture tradizionali, la prevenzione dell’illegalità e della prostituzione.
L’attività formativa non ha unicamente lo scopo di diffondere conoscenze e competenze – a partire da quelle già presenti nella popolazione – ma anche di individuare un complesso di persone più fortemente motivate ad operare come “antenne”, capaci di comprendere le esigenze psico-sociali degli abitanti e di fornire un supporto non specialistico, rafforzando le reti sociali nei confronti dei soggetti più deboli. In questa attività si cercherà di coinvolgere anche operatori già presenti nell’area, cercando di accrescerne le competenze, di stimolarle ad un lavoro di rete. 
Inoltre occorre coinvolgere un/una giovane psicologo/a messicano/a, che possa dare continuità all’attività anche al termine del progetto.

Sviluppo di micro-progetti nei barrios del capoluogo. 
Sinora la popolazione urbana è poco impegnata in attività collettive e i luoghi di aggregazione sociale sono scarsi, mentre lo stile di vita è caratterizzato da un diffuso individualismo. L’attività religiosa (ruotante attorno alla parrocchia cattolica di recente costituzione, al lavoro dei diaconi e ad alcune chiese evangeliche) si configura come uno dei pochi stimoli all’aggregazione e dà vita ad attività culturali, in parte ispirate a una valorizzazione dell’identità indigena (gruppi liturgici, cori e gruppi musicali ecc.). 
Esiste tuttavia una disponibilità da parte di alcuni ad occuparsi più attivamente dei beni comuni ed a promuovere la solidarietà, specialmente a livello di quartiere. L’intervento di un gruppo italiano (cui si aggiunge un giovane psicologo messicano) può fungere da catalizzatore di queste potenzialità aiutando a costruire progetti di varia natura, su temi quali la diffusione di attività artigianali, il riciclaggio di materiali di scarto, l’animazione culturale del barrio, le attività educative e di gioco rivolte ai bambini, il miglioramento delle abitudini alimentari, la riscoperta delle tradizioni maya, lo sport, la cura degli spazi pubblici. La moltiplicazione di micro-progetti di questo tipo può realizzarsi a costi assai limitati, con uno stimolo ad iniziative di autofinanziamento, ed avrebbe l’effetto di rafforzare i legami comunitari, di far emergere figure di leader informali, di includere nelle attività soggetti oggi emarginati, con finalità di aumento della resilienza collettiva e di prevenzione del disagio.

Interventi di psicologia comunitaria nelle comunità rurali. 
Iniziative come quelle ora illustrate possono essere attuate anche nelle comunità rurali, tenendo tuttavia conto delle loro specificità e delle differenze tra quelle zapatiste e le restanti. Nelle prime, infatti, è necessaria una collaborazione con le istituzioni autonome ed occorre fare leva sulle figure già esistenti, come i promotores de salud. Tali figure, infatti, sono tra quelle che mantengono un più forte contatto con una popolazione povera spesso sparsa su un ampio territorio. I promotores spesso hanno scarsa preparazione in campo medico - e soprattutto sui temi della salute mentale - ma sono interpreti efficaci delle esigenze della popolazione e delle loro forme culturali di espressione. Le comunità non zapatiste sono anch’esse contrassegnate da una scarsa accessibilità ai servizi e da un forte isolamento e da una più debole capacità auto-organizzativa. In esse l’intervento esterno, oltre ad avere uno scopo formativo, deve cercare di favorire forme di aggregazione e di auto-rappresentazione della propria identità ed esigenze.

  • Progetti di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale indigeno in collaborazione con i leader della comunità tseltal.  
  • Potenziamento del lavoro di rete, intensificando la collaborazione già iniziata nel 2014 e 2015 con la psicologa e lo psichiatra operante all’interno dell’ospedale San Carlos. Ad oggi  la comunicazione con il Servizio dell’ospedale ha permesso sia l’invio di casi più gravi da seguire presso l’ospedale sia la segnalazione a Psicologi nel Mondo di situazioni da seguire sul territorio a livello preventivo e di sostegno.  
  • Collaborazione con la Facoltà di Psicologia dell’Università di Tuxla. I contatti stabiliti durante la missione del 2016 permettono di pensare ad uno scambio costruttivo ed utile per Altamirano, sia con la futura presenza di tirocinanti e psicologi che possano lavorare secondo le linee del Progetto qui presentato, sia con la programmazione di momenti seminariali e formativi con psicologi messicani.
​
DURATA: 12 mesi


Picture
Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

IL PROGETTO, presentato nel 2017,  ha ottenuto il finanziamento della Chiesa Valdese nel 2018 per due anni consecutivi: 2018-19 e 2019-20. 
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