L’intervento a Santa Marta
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Le origini
L’intervento nello stato centroamericano di El Salvador è stato iniziato nel 2007, prima ancora della fondazione di “Psicologi nel Mondo-Torino”, nel 2009, quando alcuni di noi operavano in “Psicologi per i Popoli Torino”. Dopo il 2009 questo intervento è stato seguito dalla nostra associazione.
Il contatto iniziale è stata la partecipazione nel 2005 all’Assemblea Generale dell’associazione statunitense “Doctors for Gloobal Health”, già attiva nel paese sin dal periodo finale della guerra civile, che ha devastato il paese dal 1980 al 1982. Con tale associazione è sempre rimasto viva la collaborazione: essa è composta principalmente di medici, che si ispirano all’idea della medicina della liberazione (https://www.dghonline.org/content/liberation-medicine-health-justice) All’interno del Salvador il nostro intervento si è focalizzato principalmente sulla comunità rurale di Santa Marta, nel municipio di Victoria (Cabañas), ai confini con l’Honduras. Si tratta di una comunità di circa 4000 abitanti, rifondata dopo che, nella prima fase della guerra civile, l’esercito aveva distrutto il villaggio, massacrato la popolazione per il suo appoggio alla guerriglia, e costretto i superstiti a vivere per alcuni anni in campi profughi in Honduras. Trovate qui alcuni link a testi utili per una prima presa di contatto con il Salvador (https://www.youtube.com/watch?v=DOyq_x32DPke https://www.researchgate.net/publication/340756582_4_Salvador ) e in particolare con Santa Marta (https://www.researchgate.net/publication/340756723_5_Santa_Marta). |
Durante il viaggio esplorativo nel 2007 si erano presi contatti con la comunità ed i suoi leader, verificando l’esigenza di un lavoro psicologico, allora del tutto assente. Ci è stato, dunque, chiesto di intervenire: dall’anno successivo è iniziata la nostra attività, che per diversi anni si è strutturata per mezzo di due missioni annuali (luglio-agosto e gennaio-febbraio) e con un’unica missione negli anni più recenti. La nostra presenza a Santa Marta prosegue tuttora: nel 2019 è stato finanziato dall’8X1000 della Chiesa Valdese un nuovo progetto (Finestra aperta per un lavoro sociale comunitario), che è stato iniziato nel febbraio 2020.
Le fasi del nostro lavoro nel Salvador
La prospettiva dell’intervento – denominato “Bienestar en El Salvador” - è quella della psicologia di comunità: è stato sempre privilegiato il lavoro di gruppo, l’attività formativa e il supporto ad istituzioni e gruppi esistenti.
In un primo periodo il lavoro principale è stato quello di lavorare con le numerose associazioni presenti a Santa Marta. In particolare abbiamo collaborato con:
- la Clinica de la Rehabilitación, dove due operatrici (Ana Beltran e Dolores Leiva) svolgono attività di massaggio e di fisioterapia, favorendo un lavoro con gruppi di mamme e bambini e un intervento con bambini disabili;
- il complesso scolastico 10 de Octubre, dove sono state svolte attività per il rafforzamento cognitivo e il recupero del ritardo scolastico, facendo uso del metodo del Progetto Fenix (https://progettofenix.wordpress.com/ );
- i promotores de salud, che lavorano nel Centro pubblico di salute (la Clinica), dove è anche presente un medico ed altri operatori. Essi seguono le famiglie, praticano le vaccinazioni, si occupano delle donne incinte e dei bambini piccoli;
-le associazioni di donne contro la violenza di genere;
-il gruppo che promuove la conservazione della memoria storica;
- il gruppo che si occupa delle attività sportive e gli arbitri di calcio;
- un gruppo di adolescenti, che desideravano svolgere attività con il legno e che, con il nostro supporto – e soprattutto quello di Fabio Tittarelli – un insegnante che sa lavorare il legno, si è sviluppato sino a divenire una cooperativa (Sueños de Madera) che da diversi anni lavora in questo campo e insegna a lavorare a ragazze e ragazzi delle scuole superiori.
Inoltre, abbiamo favorito il coordinamento tra tutte le associazioni che, in vario modo, hanno a che fare con la salute mentale e il benessere psicologico della popolazione ed abbiamo seguito il percorso di formazione sino alla laurea di due studenti di psicologia (Hermenegilda Argueta Ayala e Moises Eliseo), una dei quali è divenuta nel 2019 la psicologa “ufficiale” della Clinica di Santa Marta.
Molte di queste attività sono proseguite anche in anni più recenti e rappresentano, dunque, un “filo rosso” di tutto il nostro lavoro.
Le fasi del nostro lavoro nel Salvador
La prospettiva dell’intervento – denominato “Bienestar en El Salvador” - è quella della psicologia di comunità: è stato sempre privilegiato il lavoro di gruppo, l’attività formativa e il supporto ad istituzioni e gruppi esistenti.
In un primo periodo il lavoro principale è stato quello di lavorare con le numerose associazioni presenti a Santa Marta. In particolare abbiamo collaborato con:
- la Clinica de la Rehabilitación, dove due operatrici (Ana Beltran e Dolores Leiva) svolgono attività di massaggio e di fisioterapia, favorendo un lavoro con gruppi di mamme e bambini e un intervento con bambini disabili;
- il complesso scolastico 10 de Octubre, dove sono state svolte attività per il rafforzamento cognitivo e il recupero del ritardo scolastico, facendo uso del metodo del Progetto Fenix (https://progettofenix.wordpress.com/ );
- i promotores de salud, che lavorano nel Centro pubblico di salute (la Clinica), dove è anche presente un medico ed altri operatori. Essi seguono le famiglie, praticano le vaccinazioni, si occupano delle donne incinte e dei bambini piccoli;
-le associazioni di donne contro la violenza di genere;
-il gruppo che promuove la conservazione della memoria storica;
- il gruppo che si occupa delle attività sportive e gli arbitri di calcio;
- un gruppo di adolescenti, che desideravano svolgere attività con il legno e che, con il nostro supporto – e soprattutto quello di Fabio Tittarelli – un insegnante che sa lavorare il legno, si è sviluppato sino a divenire una cooperativa (Sueños de Madera) che da diversi anni lavora in questo campo e insegna a lavorare a ragazze e ragazzi delle scuole superiori.
Inoltre, abbiamo favorito il coordinamento tra tutte le associazioni che, in vario modo, hanno a che fare con la salute mentale e il benessere psicologico della popolazione ed abbiamo seguito il percorso di formazione sino alla laurea di due studenti di psicologia (Hermenegilda Argueta Ayala e Moises Eliseo), una dei quali è divenuta nel 2019 la psicologa “ufficiale” della Clinica di Santa Marta.
Molte di queste attività sono proseguite anche in anni più recenti e rappresentano, dunque, un “filo rosso” di tutto il nostro lavoro.
In una fase intermedia (anni 2012-2014), su richiesta dei leader della comunità, il lavoro si è concentrato sui temi del trauma della guerra civile, tanto in coloro che vi hanno partecipato direttamente, quanto nelle generazioni più giovani, delle persone nate durante la guerra o subito dopo.
Abbiamo dunque iniziato ad organizzare incontri di gruppo, in setting protetto, sulle esperienze personali nella guerra civile; tali incontro sono poi proseguiti anche in assenza del gruppo italiano, grazie all’iniziativa dei due giovani psicologi salvadoregni che avevano già lavorato con noi.
Nel 2014 si è svolta a Santa Marta l’edizione annuale del “Tribunal Internacional de la Justicia Restaurativa en El Salvador”: un tribunale che, pur senza potere emettere verdetti giuridicamente validi, opera una ricostruzione dei crimini di guerra ed esprime una riparazione simbolica per le vittime (da questo link si possono ricavare le sentenze sino al 2018: https://www.fundacionporlajusticia.org/es/que-hacemos/cooperacion/justicia-restaurativa-en-el-salvador). Il nostro gruppo ha partecipato alla preparazione di questa sessione, offrendo supporto psicologico ai testimoni, ed è stato presente alle sedute del Tribunale.
Per approfondire la metodologia e i risultati di questa fase del lavoro si veda: https://www.researchgate.net/publication/340665725_6_intervento
Abbiamo dunque iniziato ad organizzare incontri di gruppo, in setting protetto, sulle esperienze personali nella guerra civile; tali incontro sono poi proseguiti anche in assenza del gruppo italiano, grazie all’iniziativa dei due giovani psicologi salvadoregni che avevano già lavorato con noi.
Nel 2014 si è svolta a Santa Marta l’edizione annuale del “Tribunal Internacional de la Justicia Restaurativa en El Salvador”: un tribunale che, pur senza potere emettere verdetti giuridicamente validi, opera una ricostruzione dei crimini di guerra ed esprime una riparazione simbolica per le vittime (da questo link si possono ricavare le sentenze sino al 2018: https://www.fundacionporlajusticia.org/es/que-hacemos/cooperacion/justicia-restaurativa-en-el-salvador). Il nostro gruppo ha partecipato alla preparazione di questa sessione, offrendo supporto psicologico ai testimoni, ed è stato presente alle sedute del Tribunale.
Per approfondire la metodologia e i risultati di questa fase del lavoro si veda: https://www.researchgate.net/publication/340665725_6_intervento
Nel 2015, un gruppo di studenti di un corso di specializzazione per architetti ed ingegneri, con il supporto dell’Associazione, ha svolto uno stage a Santa Marta, promuovendo un’attività di progettazione partecipativa sui temi dello sviluppo socioeconomico ed urbanistico della comunità ( scarica qui un articolo su questa esperienza https://www.openstarts.units.it/handle/10077/10664 ).
Negli anni successivi, grazie al progetto CompostHemos, finanziato dall’8 per 1000 della Chiesa Valdese, è stato realizzato un complesso di letrinas aboneras (latrine che producono compost) ad uso del complesso scolastico. Ecco qui alcuni documenti per approfondire il progetto: https://www.youtube.com/watch?v=tsJTlQf_FVw https://www.facebook.com/progettocomposthemos/ http://www.ojs.unito.it/index.php/junco/article/view/3663).
Negli anni 2016-2020 si è avuto un parziale cambiamento della situazione e delle questioni relative allo sviluppo comunitario. Da un lato, si sono aggravati alcuni problemi: in particolare è aumentata la pressione delle maras (le bande criminali) sulla comunità, che sino a quel momento era una delle aree meno colpite del paese. Dall’altro lato sono migliorati alcuni servizi, con la presenza di una psicologa nella Clinica pubblica, e si sono rinforzati progetti importanti, come quello dell’Invernadero (un complesso di serre e coltivazioni biologiche, gestite da un gruppo di giovani).
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La nostra attenzione si è concentrata sulla condizione delle figure sociali e dei gruppi maggiormente sfavoriti della comunità: persone – e in particolare bambini - con handicap, mamme sole con bimbi piccoli, anziani soli, persone con problemi di malnutrizione. Accogliendo l’idea di un gruppo di laureati in Lavoro Sociale, rimasti disoccupati per l’assenza di investimenti nel settore, si è elaborato un progetto di intervento sui gruppi più fragili in cui potessero essere messe a frutto le competenze dei laureati. E’ così sorto il progetto “Finestra aperta per un lavoro sociale comunitario” (in spagnolo “Ventana abierta para un trabajo social comunitario”), che nel 2019 ha ottenuto il finanziamento dell’8 per 1000 della Chiesa Valdese ed è iniziato con una missione nel febbraio 2020.
Questa è una breve sintesi del progetto:
Obiettivi generali
Accrescere l’attenzione comunitaria per i diversamente abili, gli invalidi, gli anziani soli, le mamme sole con bambini nella comunità di Santa Marta (El Salvador) e negli altri villaggi della municipalità di Victoria. Affrontare i problemi della denutrizione, dell’isolamento; rafforzare i legami comunitari; offrire spazi di ascolto e di attenzione sociale e psicologica alle persone più sfavorite.
In particolare, il progetto intende mettere in atto le seguenti linee d’azione.
Accrescere l’attenzione comunitaria per i diversamente abili, gli invalidi, gli anziani soli, le mamme sole con bambini nella comunità di Santa Marta (El Salvador) e negli altri villaggi della municipalità di Victoria. Affrontare i problemi della denutrizione, dell’isolamento; rafforzare i legami comunitari; offrire spazi di ascolto e di attenzione sociale e psicologica alle persone più sfavorite.
In particolare, il progetto intende mettere in atto le seguenti linee d’azione.
- Stabilire rapporti di partnership indirizzate al progetto tra “Psicologi nel Mondo – Torino” ed alcuni gruppi locali, in particolare con la Organización de Mujeres Santa Marta e il gruppo dei giovani che gestisce l’Invernadero (orti e serre comunitarie), nonché con il complesso scolastico e l’Unidad de Salud, la Clinica della riabilitazione e i relativi operatori. Includere nella progettazione anche giovani studenti e neolaureati in “Trabajo social”, mantenendo un contatto anche con le Università nelle quali hanno ricevuto formazione, cercando di mettere a frutto competenze esistenti nell’area, ma rimaste sinora inutilizzate per la scarsità di posti di lavoro nel settore pubblico.
- Partendo dalle informazioni già disponibili, compiere una mappatura delle condizioni sociali più svantaggiate e delle persone che vi si trovano, individuando le loro necessità sociali e psicologiche prioritarie, come pure i rischi legati alla salute fisica e mentale. Mappare, in particolare, le condizioni di malnutrizione, specie quelle che colpiscono bambini, adolescenti ed anziani.
- Definire, in collaborazione in particolare con il personale sanitario e con l’Invernadero, con il supporto anche delle Università, un ricettario di base per combattere la malnutrizione, in particolare per quella infantile. Individuare le vie per rendere accessibili alle persone oggi affette da malnutrizione (per mancanza di risorse e/o di informazioni a riguardo) tanto gli alimenti necessari, quanto le informazioni per il loro uso per una corretta alimentazione.
- Organizzazione di mercatini di prodotti biologici e di cene conviviali con la presenza di cibi illustrativi di una dieta sana.
- Promuovere momenti di incontro e di discussione con le persone in più forte situazione di isolamento, preceduti da un loro capillare contatto nelle rispettive abitazioni, per approfondire le loro necessità e mettere in atto un lavoro di rete volto ad appoggiarle.
- Promuovere corsi di sviluppo di interessi specifici, specie nel campo dell’agricoltura biologica, rivolti ad adolescenti e giovani della comunità, compresi quelli con disabilità.
- Sviluppare un programma di comunicazione rivolto alla comunità per una sensibilizzazione generalizzata sulle problematiche della disabilità, per favorire un atteggiamento di maggiore apertura alle persone in tali condizioni, che consenta una valorizzazione delle loro capacità e competenze in ambito comunitario.
- Svolgere incontri con altre comunità, partendo da quelle già in contatto con Santa Marta per altre linee di azione, favorendo la formazione di gruppi locali intenzionati a mettere in atto, nei rispettivi contesti, iniziative analoghe rivolte alle persone più svantaggiate.
L’inizio del progetto “Finestra aperta”
Nel corso di una prima missione, con 3 volontari dell’associazione, svoltasi tra il 3 e il 21 febbraio 2020, si è provveduto a ridefinire compiti operativi per la prima fase del lavoro e a creare una struttura organizzativa con l’impegno di operatori locali. Il primo compito riguarda la mappatura dei diversi gruppi e persone con particolari difficoltà, cui il progetto dovrebbe rivolgersi in primo luogo. In seguito sono previsti incontri nelle diverse colonias (aree) della comunità, per trattare temi sull’alimentazione e prendere contatto con le persone che maggiormente necessitano di aiuto. Per quanto concerne la struttura organizzativa, essa vede presenti due gruppi di operatori. Il primo rappresenta il nucleo centrale ed operativo ed è costituito da 5 persone, che lavoreranno con continuità, usufruendo di un piccolo compenso, da marzo sino a dicembre 2020. Di queste, 3 sono laureate in Trabajo Social, una ha esperienza nel lavoro comunitario, una ha un titolo di laurea come nutrizionista. Il secondo gruppo è composto da rappresentanti dei diversi gruppi ed istituzioni che hanno manifestato l’intenzione di appoggiare il progetto. Esso ha il compito di offrire informazioni e facilitare il progetto in vario modo: fornendo competenze specifiche in funzione di particolari eventi, mettendo a disposizione strumenti e strutture, orientando il progetto e monitorandone lo svolgimento. Attualmente il progetto è in fase di stallo, dato che il paese è stato messo in condizioni di lock down, analogo all’Italia, ed è più difficile lavorare per mezzo di internet, data la debolezza del segnale, come dello stesso segnale telefonico. Il gruppo locale sta comunque mantenendo un contatto con l’associazione e si stanno verificando possibilità di lavoro nelle condizioni attuali. |
Altre attività nel Salvador
Nella fase iniziale dell’intervento nel Salvador sono stati anche svolte attività con un gruppo di insegnanti nella comunità di Estancia (comune di Cacaopera, nel Morazán), favorendo anche scambi con gli insegnanti di Santa Marta. In tutto il percorso si sono mantenuti contatti con alcune Università e, in particolare con l’ Universidad Luterana Salvadoreña (https://uls.edu.sv/sitioweb/ ), nella quale sono stati tenuti numerosi seminari con studenti e professori, sui temi della salute mentale, dello sviluppo locale e dei principi e metodi della psicologia di comunità. Sono stati sempre mantenuti contatti con la radio di comunità “Radio Victoria” (http://www.radiovictoriaes.org/ https://www.facebook.com/radiovictoriaenvictoria/), largamente ascoltata a Santa Marta e in gran parte del distretto di Cabañas, svolgendo incontri di gruppo con il giornalisti, specie in occasione di una fase difficile, nella quale essi hanno ricevuto gravi minacce, per il loro impegno ambientalista in occasione di un conflitto contro una multinazionale che intendeva impiantare un’attività estrattiva che avrebbe devastato l’ambiente (https://noalamina.org/latinoamerica/el-salvador/item/14344-el-oro-del-dorado-mineria-y-sus-matanzas-en-el-salvador). |